Abbiamo avuto il piacere di intervistare il maestro di ballo Andrea Nadotti, titolare della scuola “Il Passo” che ha più sedi in Italia, specializzata nei balli caraibici
Andrea Nadotti è ballerino da vent’anni e insegnante da quindici. È inoltre insegnante, ballerino e deejay nei più importanti congressi di ballo in Italia e giudice di gara nazionale. La bachata si sta diffondendo sempre più in tutto il mondo e anche in Italia e molte persone vogliono impararla. Maestro, quanto tempo ci vuole per apprendere le basi?
È consigliato iniziare ogni nuova disciplina, qualunque essa sia, in modo graduale, senza alcuna fretta. Il tempo necessario per imparare dipende dalla persona, dall’impegno che ci mette e dalla costanza. Per apprendere le basi ci vuole un tempo standard che va dai tre ai sei mesi, per potersi divertire e apprendere con sicurezza. Apprendere significa “incamerare”, “conoscere”: per vedere le basi ci si impiega anche solo un’ora, ma per poter riuscire a ballarlo, e a farlo a tempo, a ritmo, ovvero per raggiungere una certa padronanza e scioltezza sicuramente ciò che dà il risultato maggiore è la continuità. In sostanza, il corpo è come un bambino, apprende tutto, basta poi farglielo fare in modo ripetuto. Se poi associamo le lezioni di ballo a qualche serata, andando a ballare per poter fare la prova, sicuramente dopo i tre-sei mesi iniziali otteniamo già dei buoni risultati.
In alcune scuole consigliano di cominciare proprio con questo ballo prima di passare ad altre danze caraibiche perché è più semplice: qual è la sua opinione?
La bachata è un po’ più “semplice” in quanto è melodica, ed è un po’ più vicina alla nostra cultura, quindi la musica è più orecchiabile, e i passi sono un po’ meno dinamici: forse sì, è un po’ più semplice. Ma non si può dire che sia consigliabile iniziare con uno o con l’altro ballo: la salsa, la bachata e le altre discipline sono infatti differenti tra loro. Sono tutti affascinanti e sicuramente risulta più intuitiva la bachata all’inizio di un percorso.
Nella bachata conta molto la complicità tra i due ballerini: è utile che abbiano la stessa età, ad esempio?
Conta assolutamente la complicità tra i due ballerini, ma non serve conoscersi prima, non serve avere la stessa età, ad esempio. La complicità infatti la si crea ballando, entrando in sintonia: il ballo di coppia è una comunicazione, e per comunicare non c’è bisogno di avere la stessa età, basta conoscere la stessa lingua. In questo non c’è differenza né di genere, né di età, né di dimensioni.
Il maschio guida, e la donna deve seguire i comandi: significa che se il ballerino è meno bravo della sua partner compromette anche il risultato della donna?
Essendo il ballo una comunicazione, c’è qualcuno che “invita” e qualcuno che “ascolta l’invito” ed esegue. Deve essere tanto bravo colui che “parla” comunica, dà un invito tanto colui che riceve: quindi, brave nell’ascolto le dame, bravi nei comandi i cavalieri. La coppia è composta di due elementi, complementari, anche se sono di genere diverso. Hanno dei ruoli differenti: uno è il corpo, l’architetto del ballo e l’altro è il colore, ciò che può essere un petalo di un fiore, mentre l’altro è ciò che lo sostiene, il gambo; ma sono due ruoli diversi. Ci sono infatti non due ma tre elementi: il ballerino, la ballerina e la coppia, che è un elemento a sé.
Ci sono due scuole di interpretazione della bachata: la scuola dominicana prevede una maggiore continuità con il ballo originale, che è ballato “sul posto”, restando dove si è, mentre quella europea prevede figure più complesse: possiamo dire che quella europea è più “dinamica”?
Ci sono moltissime correnti di pensiero, e altrettante sfaccettature. La bachata, essendo folklore tipico di Santo Domingo, prende vita dalla tradizione dei balli caraibici, attinge alla vita di quei luoghi. Lì la bachata tradizionale si ballava non in modo figurato bensì come il nostro ballo lento, quello “della mattonella”, più sul posto, spostandosi di lato, avanti e indietro, in posizione aperta o chiusa ma sicuramente meno dinamico e figurato. Noi, incantati e affascinati da questa cultura l’abbiamo prima riprodotta e fatta nostra e poi contaminata con le nostre influenze. Noi veniamo da un’altra tradizione, e abbiamo quindi arricchito questo ballo con altre figure, rendendolo più dinamico. Ciò non significa che viene stravolta la natura del ballo: c’è stata un’evoluzione in Europa, ed emulando questo ballo lo abbiamo arricchito e influenzato. La versione europea non è più dinamica: la natura del movimento è uguale, ma può cambiare l’interpretazione.